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CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 GIUGNO 2013

INTERVENTI DEI CONSIGLIERI DI MINORANZA sul Centro unico dei Committenza.

 

Intervento del capogruppo, Consigliere Francesco GUIDA:

Argomento in discussione Centro unico di committenza. Dichiarazione da riportare a verbale

 

Considerato la delicatezza dell’argomento, nel caso non riesco a concludere nei 10 minuti previsti utilizzerò anche il tempo della eventuale replica.

Su questo argomento il gruppo di minoranza mantiene la stessa posizione assunta nel precedente Consiglio, durante il quale avevo evidenziato dei punti di criticità della proposta della Maggioranza che consistevano essenzialmente in due elementi: a) il primo era rappresentato dalla possibilità che la legge offriva ai piccoli Comuni di praticare quella che avevo indicato come una terza via; b)- il secondo elemento, di carattere strettamente politico, era una critica circa lo scolamento temporale tra l’obbligo, per i Comuni, di adempiere entro la fine del 2013 alla gestione associata delle funzioni fondamentali e la previsione di una Centrale di committenza associata che deve essere attuata prima ancora che i Comuni abbiano avuto modo di definire i loro nuovi assetti di una forma di cooperazione intercomunale.

Partire da questa premessa lo ritengo opportuno perché  in prima battuta cercherò di convincervi a non deliberare sull’argomento; infatti  i due punti che citavo in precedenza sono stati il punto da cui è partito anche l’ANCI.

A distanza di circa un mese ci ritroviamo ancora una volta a discutere di questa tematica, ma stavolta cercherò di essere ancora più chiaro nel mantenere la posizione già assunta in precedenza, e a dimostrazione del fatto che noi del gruppo di minoranza avevamo ben inquadrato la problematica, a differenza della Maggioranza,  mi rifarò ad alcuni documenti che ho reperito presso l’ANCI e che allego alla presente dichiarazione.

– In primo luogo va detto che è stata proprio l’ANCI a chiedere la proroga della entrata in vigore della centrale unica di committenza;

– in secondo luogo il Coordinatore nazionale Anci dei Piccoli comuni ha dichiarato  (il 13 giugno u.s.) più o meno quanto avevamo sostenuto noi  e precisamente che: “ E’ evidente l’irrazionale difformità dei termini previsti per entrambi gli adempimenti ( ovviamente il riferimento è all’obbligo di associare le funzioni, entro il 31/12/2013, e all’obbligo di istituire la centrale unica di committenza, entro il 31/marzo 2013) della previsione della Centrale unica di committenza associata prima ancora che i piccoli Comuni abbiano definito i loro nuovi assetti intercomunali”. In considerazione di ciò l’Anci aveva chiesto una proroga almeno fino al 31/12/2013.

– In terzo luogo va detto che grazie ad un emendamento al Disegno di legge n. 576 ( di conversione in legge del decreto legge n. 43 del 26 aprile  2013), approvato dal Senato, l’entrata in vigore della Centrale di committenza è stata differita al 31 dicembre 2013.

Quindi, Signor Sindaco e Signori Consiglieri, in questa premessa ci sono tutti gli elementi che ci consiglierebbero di non deliberare sull’argomento.

Tuttavia, nel caso le mie argomentazioni non risultino sufficienti a convincere la Maggioranza a non deliberare sull’argomento, vorrei aggiungere un ulteriore elemento rappresentato dal fatto che nello specifico questa assise è chiamata a deliberare su un argomento che, per alcuni, presenta chiari elementi di incompatibilità e mi riferisco al fatto che:

il Sindaco, ad es. ricopre anche la carica di Presidente della Comunità montana, mentre l’Assessore Miranda è dipendente di quello stesso Ente a cui dovremmo delegare la Centrale unica di Committenza;

in questo caso è evidente, a parere del gruppo di minoranza, che gli interessati dovrebbero astenersi dal voto. In caso contrario si andrebbe a configurare una conflittualità di competenze, soprattutto alla luce del fatto che l’iniziativa dell’Anci, supportata anche dalla volontà di un ramo del Parlamento, dà la possibilità di differire al 31 dicembre la scelta .

La situazione di cui si tratta risulta particolarmente evidente anche se si tiene conto del fatto che come risulta dagli atti della Comunità montana (il riferimento al verbale n. 6 ) alla data del  17/6/2013 solo 5 Comuni della Comunità montana  (Ispani- Montano-Pisciotta-Torre O.-S. Mauro La Bruca) hanno fatto pervenire formale adesione alla Stazione Unica Appaltante, avente funzione di Centrale Unica di Committenza, nonostante il Presidente abbia indetto una riunione operativa con tutti i Sindaci già in data 24/3/2013. Il basso livello di adesione induce a valutare con attenzione la situazione. Il ritardo dei molti Sindaci è un chiaro segnale politico.

Ma aggiungo di più: l’iniziativa di andare verso l’accorpamento delle funzioni a livello intercomunali, favorendo la creazione di Unioni di comuni, indica la chiara volontà politica di andare verso la cancellazione delle Province a cui si unirà anche la scomparsa di Enti come le Comunità montane. Allora, mi chiedo a che cosa serve affidare alla Comunità montana una centrale di Committenza? Più che seguire lo spirito della legge non è questo forse il tentativo di cercare di mantenere in vita strutture che servono solo a garantire posti politici o a salvare la poltrona ad alcuni colletti bianchi? Ed ancora, ma con quale serenità d’animo andiamo ad affidare un compito così delicato e vitale ad un Ente che vive una situazione di guerra intestina tra gran parte dei suoi lavoratori e le cui vicende sono note a tutti e, soprattutto a Lei Sig. Sindaco che ne ricopre la carica di Presidente?

In tutti questi elementi, Sig. Sindaco e Sig. Consiglieri, ravvisiamo l’opportunità di non deliberare sull’argomento e sempre su questi elementi basiamo le nostre considerazioni sulla opportunità,  che il Sindaco e i dipendenti della Comunità montana, per motivi di trasparenza e di necessaria opportunità etica, non partecipino ad una eventuale deliberazione lasciando l’aula: in caso contrario si assumeranno le responsabilità di tale atto perché è evidente che dopo queste dichiarazioni, procederemo a denunciare nelle sedi competenti, quanto adesso stiamo evidenziando con abbondanti argomentazioni, soprattutto in merito alla situazione di evidente conflittualità evidenziata in precedenza. E per rendervi persuasi, come direbbe Montalbano, del fatto che non sto bleffando leggo due stralci di altrettante sentenze del Consiglio di Stato che recitano testualmente: “L’obbligo di astensione  e allontanamento dalla seduta del consigliere in posizione di conflitto di interesse, prescinde da un vantaggio concreto, bastando a ad terminarlo anche la semplice ipotesi in astratto di un interesse proprio in conflitto con l’interesse pubblico, a nulla rilevando la realizzazione o meno dell’interesse privato e il concreto pregiudizio della P.A….”. L’altra sentenza afferma ancora: “il concetto di interesse del consigliere comunale alla deliberazione comprende ogni situazione di conflitto o di contrasto…… comportante una tensione della volontà…..”.

Nella speranza di aver rappresentato adeguatamente l’opportunità di non deliberare sull’argomento, attendo fiducioso la Sua risposta, Sig. Sindaco. Nel caso, invece. Lei continuerà a sostenere l’opportunità di deliberare in merito dichiaro, a nome del gruppo di minoranza, che prima di procedere alla votazione abbandoneremo l’aula.

 

F.to Francesco Guida

 

Intervento del capogruppo, Consigliere Francesco GUIDA:

Argomento in discussione: TARES. Dichiarazione da riportare a verbale:

 So bene che l’Amministrazione comunale non può esimersi dall’imposizione  del tributo denominato TARES; ma so altrettanto bene che lo strumento che ci accingiamo a discutere è un ulteriore strumento di vessazione contributiva  che andrà ad abbattersi su noi cittadini-contribuenti.

Proprio per quest’ultimo motivo devo constatare come la Maggioranza, nonostante i continui inviti ad attrezzarsi sull’argomento avanzati dal sottoscritto, sia arrivata ancora una volta impreparata all’appuntamento. Difatti, lo schema di deliberato

–       Non può essere condiviso nel metodo perché l’Amministrazione sapeva da tempo cosa si doveva fare, ma ha colpevolmente perso tempo fino ad arrivare alla peggiore delle soluzioni, ovvero ha costruito intorno al cittadino-contribuente una vera e propria gabbia contributiva. Ma signori avete riflettuto sul cappio dello scadenzario contributivo che avete stretto intorno al collo del cittadino? Ve lo voglio solo ricordare:

10 giugno- scadenza I rata Tarsu 2012;

17 giugno- scadenza acconto IMU sulla seconda casa;

30 luglio- scadenza I rata TARES

20 agosto- scadenza II rata Tarsu 2012

31 agosto- scadenza II rata TARES

10 ottobre- scadenza III rata Tarsu 2012

31 ottobre- scadenza II rata TARES

16 Dicembre- scadenza IV rata TARES a conguaglio + contributo di 0,30 centesimi mq

                      Per lo Stato;

20 dicembre- conguaglio IMU sulla II casa

Ma in coscienza vi pare, che così come avete congegnato queste infernale meccanismo,  un cittadino con un  reddito medio-basso possa onorare tutte queste scadenze?

So che voi mi risponderete che non si poteva fare diversamente: E, invece, io dico che si poteva fare diversamente: bastava, ad es., anticipare la TARSU.

Se il metodo che avete usato è condannabile, nel merito, poi, vi siete superati e ve lo dimostro:

1)- voi ci chiedete di approvare un dispositivo  che così come lo avete predisposto non siamo in grado di stabilire quanto può essere vessatorio nei confronti dei cittadini: insomma ci chiedete di approvare, su un argomento così delicato, una scatola che è completamente vuota di contenuti;

2)- ci proponete di deliberare  sull’argomento  senza proporci un piano finanziario della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Come si può deliberare una imposizione di questa portata senza conoscerne in modo dettagliato i costi analitici? E ,nello specifico,  mi riferisco ad un piano che indichi:

– i costi di gestione del rifiuto indifferenziato;

– i costi di gestione della raccolta differenziata;

– i costi relativi ai vari servizi;

Da questi dati si potrebbe arrivare a determinare il costo complessivo dell’intera gestione dei rifiuti. Questo costo totale andrebbe suddiviso, a sua vota,  in percentuali relative ai costi fissi (incluso lo smaltimento e il trattamento) e costi variabili per determinare il costo annuo del servizio per ogni cittadino.

Ma tutto questo non basta ancora perché la nuova tassazione non pesa più solo sui metri quadrati ma anche sul numero delle persone che compongono il nucleo familiare: quindi per applicare una tassazione non approssimativa ma la più equa possibile è necessario anche conoscere con precisione matematica sia la percentuale da porre a carico delle utenze domestiche (che si dividono in ben sei categorie in base al numero dei componenti il nucleo familiare) sia la percentuale a carico delle utenze non domestiche.

Ma per essere onesti fino in fondo tutto questo lavoro ancora non basta per il semplice motivo che avreste dovuto procedere  anche ad un aggiornamento di quella che è l’attuale situazione immobiliare privata del Comune. Difatti in 9 anni di amministrazione avete applicato le tariffe della Tarsu sui dati rilevati dalla precedente amministrazione Marotta: non credete che in nove anni qualcosa possa essere cambiata e magari qualche soffitta è diventata mansarda? Non avete avvertito il dovere di procedere a fare un aggiornamento di come è cambiato il patrimonio immobiliare privato nel nostro Comune? Non avete provveduto ad aggiornare il Regolamento? Avete chiara qual è la situazione delle agevolazioni: quante ne sono concesse, per quali motivi? Vedete tutti questi elementi, magari pagano elettoralmente perché ci consentono di fare il piacere a questo o a quell’amico, ma sono elementi di forte sperequazione perché ogni volta che qualcuno non paga il dovuto la collettività è, invece, costretta a pagare anche per chi non paga.

Se avete fato  tutto questo che io ho citato e non lo avete reso pubblico anche a noi avete commesso un grave errore. Se, invece, come credo, non avete fatto niente di tutto ciò che in precedenza esposto vuol dire che non avete analizzato il problema nella sua interezza e complessità allora il mio suggerimento è quello di ritirare l’argomento per procedere ad analizzarlo nella sua complessità: allora tutti noi anche se a malincuore pagheremo non con gioia ma almeno con la certezza che la tassazione a cui siamo sottoposti è la più equa possibile .

Ancora, mi permetto di segnalare che l’Amministrazione per l’ennesima volta è arrivata  impreparata ad un appuntamento così importante: Oramai sono troppe le volte che vi presentate impreparati: ma prima di concludere il mio intervento non posso fare a meno di chiedere ad ognuno di Voi: Ma vi rendete conto che voi avete il dovere di amministrare questo Comune cercando, per quanto possibile, di perseguire con scelte politiche attente e oculate il bene comune? Ma in tutta onestà non vi infastidisce questo vostro modo di amministrare improntato al pressapochismo e all’improvvisazione? Ma non vi chiedo qual è ma mi incuriosisce molto sapere almeno qual era il vostro progetto politico iniziale?.

 

F.to Francesco Guida

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